29 Giugno 2020

Goedeke-Herbst – Burel

La parete Sud-Ovest del Burel è severa ed austera, letteralmente impressionante: precipita per più di mille metri giù nella Val de Piero, remota e dimenticata. Il Viaz di Franco Miotto “dei Camorz e dei Camorzieri” la taglia a metà, rappresentando un’ottima via di fuga in caso di problemi lungo la salita e permettendo di accedere alle vie della parete Sud. Da sinistra salgono la Goedeke-Herbst, la Bee e la Via degli Scoiattoli… Andrea mi propone la prima e accetto ben volentieri con l’idea di esplorare e conoscere il Burel, una montagna mitica! Ce la prendiamo comoda e dormiamo al VII Alpini per salire il giorno seguente alle Forzelete e poi seguire il Viaz di Miotto fino all’attacco nei pressi dello spigolo che divide la parete Sud dalla Sud-Ovest. Con noi abbiamo la relazione tratta dalla grigia (Schiara, Piero Rossi) che si rivelerà essere precisa nei primi due tiri, meno nel terzo e poi incomprensibile, tant’è che tracciamo una variante (con anche un tiro interessante in fessura nera e roccia bella) che ci costerà molte ore e fatica per riuscire a ricongiungerci con la via originaria. Mi accorgo solo ora mentre scrivo che sulla guida Dolomiti Meridionali – 250 Arrampicate scelte di Claudio Cima è descritta questa salita con tanto di schizzo dove è evidente l’errore che abbiamo commesso. Fa sorridere che se con un po’ più di sangue freddo, avessimo seguito i punti di maggior debolezza della parete, avremmo risolto la via senza problemi ma col senno del poi è sempre facile parlare… Sta di fatto che dopo la fessura nera, alcuni traversi e qualche cengia mugosa, alle 17 30 ci troviamo ad un ennesimo vicolo cieco: la cengia ascendente verso sinistra non è quella che pensavamo e sono appeso ad un mugo che recupero Andrea e Marco su un tiro […]
25 Giugno 2020

Spigolo Weissner in solitaria – Sass d’Ortiga

Quando ci sei sotto è talmente bello che ti attrae come una calamita e quando tocchi la sua roccia sei fregato, il miracolo ormai è compiuto e non puoi più sottrarti…sali e sali, dove ti portano le prese e gli appoggi, in una danza che vorresti non finisse mai. Il tempo si ferma e resta solo l’attimo presente fatto di piccoli passi e movimenti calibrati, il respiro regolare, la roccia che scorre davanti. Poi quando arrivi in cima e depositi la corda, ti fermi e c’è solo silenzio… capisci la piccolezza di tanti problemi, intuisci, forse, cos’è veramente importante…e realizzi che lo rifaresti da capo da quanto è stato bello! Spigolo Weissner, Sass d’Ortiga – Solitaria
22 Giugno 2020

Attimo Fuggente – IV Pala di San Lucano

Ci sono quei luoghi dove senti che tornerai, la IV Pala per me è stato uno di quelli, anche se lì sullo zoccolo, mi sono chiesto più volte chi me lo avesse fatto fare e se non fosse stato meglio andare al mare a prendere il Sole. Però il richiamo era forte! Osservando la parete non può non balzare all’occhio quel diedro “a orecchia” formato da un pilastro staccato, posto circa a metà altezza, a destra della linea salita da Renato Casarotto e Piero Radin nel 1974. Proprio Renato aveva visto quella linea che poi evita elegantemente gli strapiombi per rientrare a destra e uscire per fessura nei pressi della forcella del Pizet. Gabriele Canu ed Ettore Alborghetti hanno tracciato lì la loro via nel 2011, la linea è inconfondibile, di una logica ed estetica pazzesche. Sono con Giacomo questa volta, per salire gli 850 m di una via che per quello che ne sappiamo non ha visto ripetizioni. L’Agner da dietro ci osserva benevolo lungo tutta la salita ma noi a dire il vero non gli diamo molta considerazione visto che siamo impegnati a stringere le prese. Tiro dopo tiro ci alziamo verso gli strapiombi friabili del Pizet, incombenti. Il primo tiro di artificiale lo risolviamo in A0 su friend, poi Giacomo decide di disgaggiare un bel blocco…fortuna che salendo avevo deciso di non tenerlo! Poi un tiro da manuale su placca a tacche conduce sotto all’ultima fessura gialla, marcia. Un cordino penzola lì in alto. Da sotto non sembra così dura, così inizio a scalare facendo infinita attenzione alla solidità di ogni presa e appoggio. La relazione recita un poco incoraggiante A2 ma riusciamo a passare in A0, provvidenziale il chiodo ma ancor di più la fessura poco dopo dove ci caccio il friend blu grande che per […]
18 Giugno 2020

Solarium – Sass Ciampac

Venerdì sera, ore 22. Finisco la birra e chiamo Jack per organizzarci per il giorno seguente, visto che le idee sono molte e confuse. Torri del Camp? Sass dla Crusc? Agner? In 5 minuti viene fuori di tutto e di più finchè la decisione ricade su quella che era stata la proposta iniziale di Jack: Solarium, una bella via di 500m sulla solare parete del Sass Ciampac. A me va bene anche perchè la zona non la conosco quindi tutto da scoprire! Dormo al Gardena e Jack mi raggiunge la mattina seguente in anticipo di almeno mezzora, avrà corso a 140 in Agordina. Sento che sto totalmente improvvisando la salita che proprio una cazzata non dev’essere, ho gli screen sul telefono fatti la mattina stessa, auguri, neanche fosse una via sportiva. Il sentiero per arrivare all’attacco è bucolico, è tutto bello, ci sono i fiori e le marmotte saltellano…abituati alle Bellunesi qui è un po’ un’altra storia, ma continuo a preferire di gran lunga i posti pieni di zecche. Sta di fatto che all’attacco troviamo altri due ragazzi che faranno da apripista e con cui condivideremo tutta la salita …vedi che non serviva studiarsi la relazione?! Parto io su bella placca fessurata e poi Jack si spippa il diedro giallo. In alto c’è un altro bel tiro su buchi gialli, peccato sia corto. La roccia è quasi sempre buona tranne che in alcuni punti e l’arrampicata godibile. Andiamo veloci per paura del temporale ma non farà una goccia, in caso la ritirata è possibile dalle prime soste, attrezzate con anello di calata. Usciamo sulla stretta cresta sulle 14 e poi iniziamo a scendere prima fra roccette e detrito e poi lungo il sentiero che con ampio giro permette di chiudere l’anello. P.S.: sempre per il discorso dell’aver improvvisato, due giorni […]
17 Giugno 2020

Torri del Sella – La traversata

Giornata magnifica di alpinismo classico sulle Torri del Sella concatenando lo Spigolo Steger alla I Torre, il diedro Gluck alla II e la Jahn alla III. Le difficoltà si aggirano sempre fra il III e il IV con un passo di IV+ sullo Spigolo Steger, quindi sempre scarpe da ginnastica e i piedi ringraziano. Il problema è che la mattina all’ombra fa un bel freddone, la roccia è unta e bagnata nel tratto di IV+, col risultato che il percepito è tipo VI, ma va bene così. I e II Torre filano veloci, poi le maggiori difficoltà si concentrano sulla III che risulta più complessa e avventurosa, anche perchè spesso ci si muove su terreno delicato, soprattutto in discesa. La linea della Jahn è molto bella, segue una prima fessura per poi traversare a sinistra ed innestarsi su una seconda fino in cima. Alla fine vengono fuori più di 500m di arrampicata che, seppur facile, risulta bella in molti tratti! Ritorniamo al Sella con l’ultimo sole che incendia le Torri, spettacolo assicurato. Un grazie a Nicola per avermi proposto questa sua bella idea di alpinismo classico!
8 Giugno 2020

Via del Babo + Capitani Coraggiosi – Monte Cimo

Siamo là che arranchiamo sudati su per il sentiero del Sass de Mesdì. Calura e zecche. “Ma non davano nuvoloso?”, “Però effettivamente non sarebbe più stagione…”, “Ma sì dai che in parete tira vento!”. Parte Niccolò, perchè stando ai suoi calcoli dovrebbe evitare i tiri più impegnativi. Prima lunghezza del Babo, un 6a da antologia su placca a gocce, facile e godibile. Effettivamente in parete è ventilato e si scala pure bene anche se le scarpette surriscaldate rischiano di tagliarsi sulla roccia abrasiva. Secondo tiro che prosegue sulla stessa falsariga, per poi salire un piccolo diedro giallo, stando sempre sul 6a al massimo. Sostiamo prima del diedro duro, rientrando a destra su Capitani Coraggiosi, sulla quale proseguiremo. Segue un tiro non banale in diedro con due strapiombini delicati sul 6b+.  Niccolò inizia a manifestare un leggero dissenso, intuendo già in anticipo che, rispettando i turni siffatti, pure il traverso di 6c toccherà a lui. Per me è una di quelle giornate in cui ti ritrovi a salire una via sportiva senza neanche una relazione, un tiro vale l’altro, basta scalare. Il quarto tiro è in diedro, non difficile ma da impostare bene (6a+). Sul finale sto 2 m a sx degli spit e mi incasino sul difficile…vabbè! Il traverso effettivamente ha tacchette piccoline, però la spittatura è veramente ravvicinata, quindi Nic osa e stampa la libera, sono soddisfazioni! L’ultimo tiro è diverso dal resto, su prese svasate e qualche tacca (5c). C’è la possibilità di calarsi ma decidiamo di uscire e spostarci a sinistra per scendere in doppia sulla parete di Desiderio Sofferto, dove in mezzora siamo alla base. Nic, forse sotto la morsa della fame, mi fa notare che le colate di calcare dei tetti sembrano dei grandi bignè alla crema. Effettivamente… Ormai non possiamo esimerci dal salire la classica […]