14 Novembre 2024

Settimina – Scalet delle Masenade

Col Max sulla Settimina in Moiazza, a goderci il sole di una giornata di inizio Novembre.   La Settimina è una via che a torto ho sempre snobbato. Vero, la parete è quel che è, ma l'arrampicata risulta di gran qualità e su roccia super.   Le relazioni abbondano online, quindi mi limito a qualche dritta.  Innanzitutto non si tratta di una via a spit ma di una via "con spit", nel senso che si deve integrare parecchio. Le soste sono sempre a fix (al massimo da collegare).  L1: 58 m a sostare su due fix, sopra alla cengia con una brutta sosta su chiodi. La sosta non è scomoda come sembra; L4: roccia nera bellissima, movimenti da intuire su verticali nel tratto chiave, non banale; L6: tiro entusiasmante in strapiombo, movimenti eleganti; L7: partenza boulderosa di dita, poi VI e mantenere la concentrazione. Sosta su spuntone sulla destra usciti in cengia. Tiro lungo da 55 m.  Ci si può calare in doppia ma finendo la via, conviene scendere a piedi per la solita cengia degli Scalet (non si ripassa all'attacco).   Materiale: 12 rinvii, 2 mezze corde da 60m, serie di friend #0.2-2. 
27 Agosto 2024

Diedro Bulfoni – Torre Nuviernulis – Rope-solo

È curioso notare come i ritmi che scandiscono la nostra vita siano bene o male ciclici, con dei periodi differenti. Ogni anno, più o meno verso la fine dell’Estate, sale prepotente il desiderio di una solitaria. Il bello (o il brutto) delle solitarie con la corda è che devi fare la via due volte, perché una volta salito il tiro, bisogna calarsi per recuperare le protezioni. Sì, la questione diventa un po' laboriosa, ma il fascino sta proprio in questo: si tratta di un lavoro continuo in cui mente e corpo non si rilassano mai, impegnati nelle complesse sequenze di operazioni da svolgere. Poi, nelle solitarie, il controllo incrociato non esiste e l’unico compagno di cordata è lo zaino, che osserva silenzioso, ogni errore si paga. In montagna, raramente esistono il caso e la fatalità; tanti incidenti attribuiti al caso sono in realtà causati da negligenza o incompetenza, a tutti i livelli. Fondamentalmente è sbagliato imputare al caso la conseguenza di un comportamento umano: su una via di roccia se un friend salta, la sosta non regge o il Grigri non blocca, la colpa è unicamente mia. Per questo ci vuole una cura maniacale, per questo si impiega tempo, soprattutto in autosicura. E anche se la perfezione non esiste, questa volta posso dire di aver fatto le cose bene. Diedro Bulfoni - Torre Nuviernulis – Rope-solo
19 Agosto 2024

Deye-Peters – Torre delle Madri dei Camosci

Sinuosa ed ammaliante, la Deye-Peters è una via che affascina. Vuoi per la fama, vuoi per la linea o semplicemente per l'ambiente in cui è immersa, grandioso e allo stesso tempo un po' appartato, lontano dai riflettori.   Il silenzio della conca a Nord dello Jof Fuart è viscerale. Salire il Deye, per ogni alpinista friulano è un po' un must, alla stregua del Campanile di Val Montanaia.  Partiamo con un po' troppa calma dal parcheggio e siamo all'attacco alle 9. Il nevaio basale ci costringe a salire due tiri della via Angelinaaa... (Benet, Meroi, Vuerich), se non vogliamo rischiare di cadere nella terminale tra neve e roccia del canale di sinistra.  Dopo qualche tiro nel diedro ci rendiamo conto che è realmente tardi, così la micro-traxion torna utile per una conserva protetta sui tiri più facili.  Usciti sullo spigolo l'ambiente si fa più arioso. Bello il chiave, con movimenti da falesia intorno al 6c abbondante (VII+), ben chiodato e sosta bomba.    Segue un tiro di V+ su roccia da antologia (tipo Pale di San Martino per intendersi)  al termine del quale finiscono le maggiori difficoltà.  Quando ci sleghiamo mi rendo conto di essere sullo stanchino andante, Saverio invece parte a razzo, confermando il suo amore per il ravanage.  Sulla Cengia degli Dei un pensiero va al mitico Julius e di fronte alla grandezza dell'ambiente circostante non si può che rimanere in silenzio, attoniti, fra i riflessi e i giochi di luci ed ombre che si creano nelle ore che precedono la sera.  Come dice Saverio, le Giulie sono montagne non solo d'acqua ma anche di luce (--> Rampegoni) La discesa avviene per la Gola Nord-Est, che troviamo ancora innevata ma, con qualche trucchetto riusciamo a sgattaiolare fuori.  Meritata tappa al Corsi e ovviamente facciamo sera, come ogni uscita che si rispetti in Giulie!   Con l'inossidabile Saverio. 
14 Agosto 2024

W Mexico Cabrones – Punta Tissi – Civetta

29 Luglio 2024

Via Cassin – Piz Badile

Con l'amico Laza vige oramai la regola del "poche ma buone": abbiamo iniziato qualche anno fa con la classica Stosser sulla Tofana di Rozes, campeggiato in tenda per due notti di fila ai piedi del Monte Nero di Presanella per salire il Couloir dell'H e Clean Climb, menato piccozze sul nastro ghiacciato di sinistra della parete Nord del Cimon di Palantina, aprendo Colpo di Fulmine  e la scorsa Estate ci siamo ritrovati a bivaccare nei tetri camini del diedro Phillip in Civetta. Quest'anno aleggiava nell'aria la Cassin al Badile, l'unico problema è che ci tocca giocare d'azzardo e puntiamo tutto sull'ultimo week-end di Luglio, sperando nelle condizioni. Ma sono fiducioso e la fiducia questa volta ha ripagato!  Dopo attenta analisi comparata tra diverse relazioni, modelli meteo, telefonate, messaggi, cazziemazzi vari, valutiamo che la nostra logistica prevederà di raggiungere l'attacco della via il pomeriggio del primo giorno, dove bivaccheremo alle stelle; il secondo giorno saliremo la via ed in base agli orari o scenderemo subito in Val Masino o bivaccheremo in cima al Redaelli. In Val Masino sfrutteremo un taxi per tornare a Bondo (servizio navetta a ciclo continuo, organizzarsi con altra gente che si trova sul posto per smezzare i costi). No discesa in doppia per lo Spigolo Nord (rischio incastro corde), no trekking per il Passo del Porcellizzo perchè richiede ramponi e piccozza nelle condizioni attuali.   Dal punto di vista dei materiali, replichiamo il set-up del Philipp: zaino leggero da 20L per il primo con Camel 2L, zuccheri e qualche vestito; zaino pesante 35L per il secondo. Come materiale da bivacco utilizziamo un sacco bivacco da due + 1 sacco a pelo leggero + 1 materassino; cibo pronto 3 buste + 2 scatolette di tonno preventivando un eventuale bivacco in cima; acqua 3L per fare da mangiare la prima sera, bere e colazione + 3L per la via + 1L di backup (dosi considerate a partire dalla fontana del Sasc Furà), Jetboil.     Saliamo in mutande in un bagno di sudore come poche volte. Nella parte finale dell'avvicinamento pestiamo neve e ci accampiamo in una comoda piazzola sulla crestina di sinistra rispetto al forcellino che permette di scendere alla cengia d'attacco (dove troviamo anche un prezioso stuoino). Uno sguardo alla cengia d'attacco...è pulita, il nevaio è crollato.  La via attacca proprio in fondo alla cengia per evidente canale-camino che poi conduce sotto al diedro Rebuffat. Non mi dilungo in relazioni perchè se ne trovano di più precise in rete (link in calce), mi limito a qualche info...
20 Settembre 2023

Il Nuovo che Avanza – Monte Avanza

Finalmente dopo tanto tempo, io e il Tommi riusciamo a beccarci per una bella via e decidiamo di cimentarci con l'aderenza carnica, mia nemesi per eccellenza.  La via è Il Nuovo che Avanza, che risale un pilastro della parete Sud del Monte Avanza, gruppo del Peralba. L'attacco è da una bancata erbosa sospesa e molto isolata, raggiungibile da un forcellino posto giusto davanti ai Campanili delle Genziane. È una delle prime vie della Carnia ad essere stata aperta con l'uso sistematico degli spit ma mantiene un sapore più che alpinistico visti i numerosi tratti da andare lunghi o da proteggere. La roccia è spesso ottima ma altrettante volte insidiosa perchè si frattura col rischio che la presa resti in mano e sui tiri facili non mancano i tratti instabili o un po' friabili. Lo stile è quello tipico della zona, con sequenze obbligate e per gli amanti dello spalmo in placca (cardiospalmo) su cui devo dire che non sono proprio sul pezzo, ma ogni tanto bisogna anche uscire dalla zona di comfort!  Le soste sono tutte su due fix da 10 o 8 mm, tranne quella di L3 su due chiodi e L8 su fix + spuntoncino.  Riporto alcune note sui tiri: L1: spetta al Tommi partire su un 5c che sveglia. Dopo il quarto fix, spostarsi un po' a destra e poi salire;  L2: appoggione pazzesco, sempre grande emozione questo stile... superando l'uscita sprotetta con un pendolo degno di numero da circo, evitando la scartavetrata quasi assicurata.   L3: marciotto. Prima (e forse unica) volta che sento il Tommi tirare un bestemmione, probabilmente una presa gli stava per rimanere in mano.  L4: bella scalata su liste e tacche. Uscita proteggibile in fessura; L5: povero Tommi, si sta sorbendo tutti i tiri instabili ed erbosi. Però si riscatta sul tratto finale in placca...occhio alla presa nascosta; L6: su carta il chiave, ma azzerabile e ovviamente azzero... il passo è molto duro in traverso in placca con piedi in spalmo e il nulla da tenere!  L7: vale la via. Muro grigio compatto di movimento. Spittatura allegra a metà e poi diedrino finale da proteggere.  L8: il tiro incriminato. La relazione infatti sancisce un tratto sprotetto ma proteggibile solo con chiodo a lama. Probabilmente è così, ma la sezione non è dura e conviene passare veloci, consapevoli che lo spit è ben sotto e a destra.  L9: caminazzo finale con partenza sprint in strapiombo, proteggibile. Bel tiro con solo 2 spit in 50 m, quindi dosare le protezioni. Sono 60 m se si arriva fino all'abete rosso nano dove si riesce a sostare (meglio integrare anche su roccia).  Usciamo pensando di essere nei pressi della cresta, invece non avevo letto la relazione che sono circa 20 minuti di cammino per ricongiungersi alla via comune. Cogliamo l'occasione di mangiare qualcosa per ammirare lo stupendo paesaggio a visibilità 10 m, anche se in realtà forse è stato meglio così...col sole probabilmente ci saremmo dovuti calare causa esplosione piedi. In discesa seguiamo il primo canalone attrezzata con corde fisse e in breve siamo sotto ai Campanili delle Genziane e poi al parcheggio.  Sento il Tommi entusiasta della salita e nonostante le premesse poco convincenti devo dire che anche a me ha trasmesso qualcosa!