Poche vie mi hanno impressionato come la Bellenzier alla Torre d'Alleghe. Pensare che Domenico Bellenzier l'abbia salita da solo nel 1964 ha dell'incredibile, non tanto per i primi due tiri sui gialli, quanto più per il primo difficile tiro della placca, dove un dichiarato A3 della relazione del Rabanser non so quanto sia attuabile, anche con espedienti vari. Attualmente infatti il tiro è da scalare buona parte in libera, quantomeno il passaggio chiave, protetto comunque da due buoni chiodi, poco sotto (grande Livio!). Si prosegue poi con due tiri di placca su roccia spaziale fino all'uscita sulla cima.
La via nel complesso è articolata in tre sezioni: almeno 250 m di zoccolo marcio (decisamente peggio del Philipp e della Aste/Andrich) che affrontiamo a tiri con difficoltà fino al IV+ (noi ne facciamo 7, considerato un tratto facile), due tiri sui gialli anch'essi su roccia instabile con difficoltà fino al VI+ e per finire tre tiri su placca da antologia fino al VII+ (VIII?). Il tiro chiave della placca è possibile spezzarlo sostando su due chiodi poco prima del tratto chiave. Per la discesa basta seguire gli ometti numerosi (passi fino al II grado) e sul finale tenersi nel canale di sinistra (non come noi sullo sperone erboso).