Ancora sveglie antelucane, ancora avvicinamenti spaccagambe, ancora incertezze: semplicemente ancora Marmarole. Quando ho concepito l’idea di salire il canalone Nord del Monticello è stata come una folgorazione: è una linea retta che collega la base alla cima. E’ isolata, impervia: riassume tutte le caratteristiche della salita che amo. Quasi 5 ore di avvicinamento ci vogliono per raggiungere il conoide d’accesso e si hanno sul groppone già 1500m di dislivello positivo di cui i primi 1200 su un sentiero veramente infame. Raggiunto il bivacco Tiziano però la situazione cambia perché l’ambiente si apre e si entra in un altro mondo, separato da quello reale, dilatato e siderale, soprattutto quando tutto è coperto dalla neve. Le difficoltà sono crescenti e nel canalone man mano la pendenza cresce. A circa 2/3 vi è una strettoia che conduce alla sezione di misto, spettacolare. Ci leghiamo e parto: yeah! Neve ripida poi canalino superficiale difficile da proteggere e salgo verso il cielo. In quei momenti la focalizzazione sui movimenti e sulla parete è massima: sensazioni inappagabili. Piazzo finalmente due buoni friend e supero un saltino. Dopo vari metri realizzo che traversare a destra su quelle placche infide senza protezione sarebbe il suicidio allora punto ancora verso le nuvole… Fessurina eccoti!! Batto un chiodo e inizio il traverso. Con l’aiuto della corda riesco a tornare nel canale centrale, allestisco la sosta e recupero gli altri. Ci ricompattiamo e faccio per partire ma è il boato…sento che sto venendo trascinato verso il basso ma mi fermo subito, vedo un proiettile passarmi a fianco e poi l’odore acre nelle narici. In un attimo la situazione si è ribaltata. Bisogna subito tirarsi fuori dalle rogne visto che Luca è stato colpito da una scheggia sul viso e non se la passa bene. Tutto è marcio e allestire una sosta […]