29 Luglio 2024

Via Cassin – Piz Badile

Con l'amico Laza vige oramai la regola del "poche ma buone": abbiamo iniziato qualche anno fa con la classica Stosser sulla Tofana di Rozes, campeggiato in tenda per due notti di fila ai piedi del Monte Nero di Presanella per salire il Couloir dell'H e Clean Climb, menato piccozze sul nastro ghiacciato di sinistra della parete Nord del Cimon di Palantina, aprendo Colpo di Fulmine  e la scorsa Estate ci siamo ritrovati a bivaccare nei tetri camini del diedro Phillip in Civetta. Quest'anno aleggiava nell'aria la Cassin al Badile, l'unico problema è che ci tocca giocare d'azzardo e puntiamo tutto sull'ultimo week-end di Luglio, sperando nelle condizioni. Ma sono fiducioso e la fiducia questa volta ha ripagato!  Dopo attenta analisi comparata tra diverse relazioni, modelli meteo, telefonate, messaggi, cazziemazzi vari, valutiamo che la nostra logistica prevederà di raggiungere l'attacco della via il pomeriggio del primo giorno, dove bivaccheremo alle stelle; il secondo giorno saliremo la via ed in base agli orari o scenderemo subito in Val Masino o bivaccheremo in cima al Redaelli. In Val Masino sfrutteremo un taxi per tornare a Bondo (servizio navetta a ciclo continuo, organizzarsi con altra gente che si trova sul posto per smezzare i costi). No discesa in doppia per lo Spigolo Nord (rischio incastro corde), no trekking per il Passo del Porcellizzo perchè richiede ramponi e piccozza nelle condizioni attuali.   Dal punto di vista dei materiali, replichiamo il set-up del Philipp: zaino leggero da 20L per il primo con Camel 2L, zuccheri e qualche vestito; zaino pesante 35L per il secondo. Come materiale da bivacco utilizziamo un sacco bivacco da due + 1 sacco a pelo leggero + 1 materassino; cibo pronto 3 buste + 2 scatolette di tonno preventivando un eventuale bivacco in cima; acqua 3L per fare da mangiare la prima sera, bere e colazione + 3L per la via + 1L di backup (dosi considerate a partire dalla fontana del Sasc Furà), Jetboil.     Saliamo in mutande in un bagno di sudore come poche volte. Nella parte finale dell'avvicinamento pestiamo neve e ci accampiamo in una comoda piazzola sulla crestina di sinistra rispetto al forcellino che permette di scendere alla cengia d'attacco (dove troviamo anche un prezioso stuoino). Uno sguardo alla cengia d'attacco...è pulita, il nevaio è crollato.  La via attacca proprio in fondo alla cengia per evidente canale-camino che poi conduce sotto al diedro Rebuffat. Non mi dilungo in relazioni perchè se ne trovano di più precise in rete (link in calce), mi limito a qualche info...