In Occidentali ero stato unicamente per spiccozzare o compiere salite di alpinismo classico, mai per arrampicare: bisognava rimediare. Così con l’amico Cippo decidiamo per un rock trip fra Piemonte e Valle d’Aosta alla ricerca del granito migliore. Il meteo fin da subito non ci aiuta e il primo giorno lo passiamo nella bella falesia di Bosco, in bassa Valle dell’Orco, che permette di scalare anche con la pioggia visto che strapiomba. Qui ci sono delle belle vie ma poco a che vedere con l’arrampicata in fessura. Ci trasferiamo sotto alla parete del Sergent per salire il giorno seguente Nautilus, una bella vietta utile a prendere confidenza col granito. A comando alternato ce la portiamo fuori senza troppe difficoltà, seguendo al terzo tiro la variante a destra in diedro strapiombante ma fessurato quindi proteggibile, evitando il camino claustrofobico pochi metri a sinistra (che però andiamo a vedere). Il pomeriggio lo passiamo a spaccarci le mani sulla mitica Fessura Kosterlitz, simbolo dell’arrampicata in fessura della Valle dell’Orco. Giovedì il meteo è più che incerto, piove fino alle 7 di mattina e restano nubi basse fino alle 9, poi tende a migliorare, quindi partiamo tardi e questa volta ci dirigiamo verso il Caporal, secondo scoglio della Valle dove sono tracciate una serie di vie storiche. Iniziamo col primo tiro della Via dei Camini, un 6a in fessura ad incastro di dita che mi distrugge. Poi ci areniamo sull’Orecchio del Pachiderma, splendida fessura ad arco da affrontare ad incastro e in dulfer, sia di lato che con le mani basse: spettacolare! Peccato non avere abbastanza friend (utili per gli scarsi come noi BD 1-2-3 tripli e qualche dado delle stesse dimensioni), il che ci costringe ad una ritirata e ad unire il nostro materiale con quello dei ragazzi dopo di noi. Tiro assurdo, bastonata […]