19 Agosto 2024

Deye-Peters – Torre delle Madri dei Camosci

Sinuosa ed ammaliante, la Deye-Peters è una via che affascina. Vuoi per la fama, vuoi per la linea o semplicemente per l'ambiente in cui è immersa, grandioso e allo stesso tempo un po' appartato, lontano dai riflettori.   Il silenzio della conca a Nord dello Jof Fuart è viscerale. Salire il Deye, per ogni alpinista friulano è un po' un must, alla stregua del Campanile di Val Montanaia.  Partiamo con un po' troppa calma dal parcheggio e siamo all'attacco alle 9. Il nevaio basale ci costringe a salire due tiri della via Angelinaaa... (Benet, Meroi, Vuerich), se non vogliamo rischiare di cadere nella terminale tra neve e roccia del canale di sinistra.  Dopo qualche tiro nel diedro ci rendiamo conto che è realmente tardi, così la micro-traxion torna utile per una conserva protetta sui tiri più facili.  Usciti sullo spigolo l'ambiente si fa più arioso. Bello il chiave, con movimenti da falesia intorno al 6c abbondante (VII+), ben chiodato e sosta bomba.    Segue un tiro di V+ su roccia da antologia (tipo Pale di San Martino per intendersi)  al termine del quale finiscono le maggiori difficoltà.  Quando ci sleghiamo mi rendo conto di essere sullo stanchino andante, Saverio invece parte a razzo, confermando il suo amore per il ravanage.  Sulla Cengia degli Dei un pensiero va al mitico Julius e di fronte alla grandezza dell'ambiente circostante non si può che rimanere in silenzio, attoniti, fra i riflessi e i giochi di luci ed ombre che si creano nelle ore che precedono la sera.  Come dice Saverio, le Giulie sono montagne non solo d'acqua ma anche di luce (--> Rampegoni) La discesa avviene per la Gola Nord-Est, che troviamo ancora innevata ma, con qualche trucchetto riusciamo a sgattaiolare fuori.  Meritata tappa al Corsi e ovviamente facciamo sera, come ogni uscita che si rispetti in Giulie!   Con l'inossidabile Saverio.