Probabilmente era l’ultima occasione dell’inverno, forse anche della vita vista la rarità di formazione di questa linea. E’ il bello del ghiaccio, c’è ma poi non c’è più. Anche per la roccia fondamentalmente è così, solamente che non ce ne accorgiamo.. Alle 5 mi trovo con Stefano al parcheggio del Bosconero e saliamo veloci, fra due chiacchiere e poi ognuno coi suoi pensieri (anche perchè sarò seminato nell’ultimo tratto). La Rocchetta è lì che incombe. Il piano è semplice: andare il più rapidi possibile, il bivacco neppure contemplato. E in Stefano ho trovato il compagno perfetto, è una macchina da guerra. Sul primo tiro parto io ed è di quelli che danno la sveglia…anche perchè non si tratta di un luogo propriamente solare. Il secondo invece è forse il più duro, da scalare con le mani e poi con le picche, bel misto. Seguono altri tre tiri, due su ghiaccio psycho e uno di misto dove qualche buon friend entra. Se si passa questo filtro ed è un buon orario, si può pensare di proseguire, altrimenti meglio calarsi, infatti la via è ancora lunga, bisogna pedalare! I tiri si susseguono uno dopo l’altro senza soluzione di continuità finchè, superato l’ultimo salto, scorgo l’uscita ma le corde non arrivano. Con ultimo tiro da 20 m siamo fuori ed è lo spettacolo sulla Toanella con la sua immensa parete grigia, da brivido! Io sono ottimista e schiaffo un cinque, ma Stefano da alpinista veterano non esulta finchè non siamo coi piedi per terra, così iniziamo a scendere verso la forcella che separa la Toanella dalla Rocchetta. Tre doppie con qualche trasferimento ci portano giù. Poi è solo questione di camminare fino alla macchina. Ogni tanto ci voltiamo indietro a guardare la Rocchetta, credo di avere avuto il sorriso stampato in faccia per […]