Ci troviamo nel reame delle terre selvagge dell’Oltrepiave, remoto e selvatico. Ai più questi nomi non significano nulla, neanche fra gli addetti ai lavori, ma già di per sè salire Cima dei Vieres per il Ciol de Susanna è una bella avventura, però con l’amico Jacopo volevo fare di più. L’idea che pian piano abbiamo maturato era quella di un collegamento verso Nord fino alla Punta del Borsat, effettuando quella che è una vera e propria traversata dalla Val Settimana alla Val Cimoliana. Non ci volevamo improvvisare, anche perchè parte della sfida è stata proprio mettere insieme le informazioni prese qua e là da varie guide, relazioni sparse e qualcosa dal web. Jacopo è famoso per questa sua abilità certosina ma ci è voluto tempo per capire se fosse fattibile…infine abbiamo deciso di provare! Una descrizione è reperibile sul sito del Landre dai Salvadis, qui vorrei riportare solamente qualche impressione che ancora mi è rimasta a distanza di tempo, qualche ricordo. Ci sono luoghi di cui non è facile descrivere il fascino, non penso tutti possano capire. Ci devi andare, entrarci e superare il ponte che li separa dal mondo esterno. Ponte metaforico ma anche reale in questo caso, visto che la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di attraversare il torrente Settimana e lasciarci tutto alle spalle…poi solo selvatico. Ero con Jacopo nella nebbia della Tacca de Tunin, solitario intaglio di cresta, che mi chiedevo cosa ci facessi lì. E poi anche sulla Punta del Borsat, stessa cosa. Sì perchè effettivamente cosa ci facevamo? Entrambi avevamo lo stesso sogno e lo stavamo vivendo, a modo nostro. Uniti da una visione, sia della salita che del vivere la montagna, non convenzionale e terribilmente bella! Scendendo, la Spia dei Camosci ci osservava fra la nebbia, con le tenebre che […]