L'occasione migliore per entrare in Vallone Winkel d'inverno, non poteva che essere per salire la Schiavi alla Creta di Pricot.
Ci troviamo nelle Carniche Orientali, dove "luogo frequentato" ha un significato differente rispetto alle Dolomiti...e il Vallone Winkel non fa molta differenza, infatti non incontreremo anima viva per tutto il giorno.
Questa via è una classica alternativa alla via comune, che d'Estate non oppone particolari difficoltà (p. II grado), ma rivisitata in chiave invernale acquisisce sicuramente un gusto particolare, sia per la sinuosità della linea che per la bellezza dell'ambiente. Se poi si volesse salirla interamente legati in corda corta, la soddisfazione è assicurata!
Nick è gasato e alle prime luci ci stiamo già preparando...col sennò del poi, vista la lunghezza della discesa, meglio così. Tempo un'oretta e siamo sul conoide d'attacco, dove ci rendiamo conto che le condizioni sono al limite per una salita di questo tipo: la neve non è portante e bisogna battere traccia. La perturbazione di tre giorni fa ha determinato la formazione di una crosta da pioggia non portante (almeno a piedi), sulla quale si sono in seguito depositati una ventina di cm di polvere non ventata. La crosta ovviamente man mano che si sale di quota tende a scomparire poichè tutta la precipitazione è stata nevosa. Tuttavia sotto alle pareti e all'uscita dai canali di scarico, la quantità di neve è ben maggiore, almeno mezzo metro, cosa che ci impone di valutare attentamente la situazione da un punto di vista valanghivo. Valutazioni che continueremo a fare man mano che saliamo, soprattutto sui traversi.
Ci leghiamo fin dal primo saltino più ripido (65°) che troviamo in buona neve pressata. Sosto su corpo morto (pala) e picche su neve dura.
La via prosegue per canalino ripido, poi un traverso su nevaio (da valutare bene le condizioni di stabilità visti anche i salti di roccia sottostanti) conduce ad un altro canalino che porta sulla grande rampa mediana, che va assecondata verso sinistra fino ad intercettare sulla destra l'ingresso del canale finale.
Uno sguardo in alto ci fa capire che si passa senza toccare roccia, anche se le pendenze crescono. Per fortuna le cornici sulla cresta sommitale sono modeste e non ci destano troppa apprensione (visto che si è a tiro).
Finchè si riesce proseguiamo in corda corta, poi facciamo un tirello; c'è ghiaccio ma cercando la linea si riesce a stare tutto su neve pressata (75°). Ho la corda da 20 m e non riesco ad arrivare al canalino finale (basterebbero 30 m): mi tocca sostare in un punto infame a tiro delle cornici e su neve di dubbia tenuta: infatti ci sono una cinquantina di centimetri appoggiati su una rampa di roccia liscia e per riuscire a fare un ancoraggio decente impiego più tempo del previsto.
Nick mi raggiunge che tira un ventazzo micidiale, così rapidi ci togliamo d'impiccio e in breve siamo sul plateau sommitale baciati da sole!
Giunti a questo punto le possibilità sono tre:
Scendere a sinistra per lo spallone su sentiero che poi rientra nel Vallone Winkel ma, avendolo percorso d'Estate, Nicola lo sconsiglia per via di alcune placche di roccia e poi sulla mappa noto che c'è un tratto ripido in esposizione Sud, dove è pieno di accumuli portati dal vento da Nord...quindi ipotesi scartata;
Risalire in cima al Cavallo di Pontebba e poi calarsi lungo la ferrata Contin, che tuttavia risulta sicuramente sepolta dalla neve e dovremmo fare delle calate. Motivo per cui scartiamo anche questa;
Dalla cima del Cavallo di Pontebba seguire il sentiero estivo che fa il giro largo sfiorando le piste...optiamo per quest'ultima.
La traccia seguita presenta in vero solamente un punto critico su un conoide ripido, dove valutare le condizioni di stabilità della neve. Poi rientra a destra e punta all'insellatura di fianco all'arrivo della seggiovia Monte Madrizze e si ributta in Vallone Winkel.
In totale ci mettiamo circa 3h 30 a rientrare alla macchina, ravanando un po' nel bosco, ma nulla di tragico.
Gran bella giornata... con Nick è sempre una certezza!