Sono in giro con l'amico Cippo e dal Piemonte, dove abbiamo salito una bella via sul Becco di Valsoera, ci spostiamo in Val di Mello.
Vorremmo salire qualche classica della valle e la Cassin alla Nord del Badile ma il meteo non ci aiuta e ci rimane una finestra di bel tempo di poco più di 36 ore, così decidiamo per lo Spigolo Vinci-Bernasconi a Punta Angela sul Pizzo Cengalo, piano B di tutto rispetto!
Quasi tutti lo salgono evitando i primi tiri, invece noi decidiamo per la salita integrale effettuando quella che sarà una vera e propria traversata di cresta che alterna tiri di arrampicata ad altri più da alpinismo classico dove conta di più sapersi muovere in ambiente che saper scalare bene.
Con noi ci sono anche Alessio e Luca, conosciuti giù in valle e con il nostro stesso obiettivo!
Partiamo a metà pomeriggio dai Bagni di Masino e saliamo con gli zaini belli carichi fino nei pressi del rifugio Gianetti.
Na sudata atomica ma ne è valsa la pena.
Lo sguardo cade spesso sullo Spigolo, è una linea di salita logicissima e bellissima.
Ci sistemiamo con le tende e dormiamo sonni tranquilli anche perchè non servirà svegliarsi prestissimo, avendo risparmiato 3 ore di avvicinamento.
La mattina seguente ci spostiamo all'estrema destra della parete e tramite tre tiri ci portiamo sulla cresta che poi seguiremo a destra, sul filo o a sinistra fino alla fine della via.
A metà decido pure di perdere le scarpe giù. Unire 4 corde non basta per recuperarle...bisognerà inventarsi qualcosa!
La prima metà della via non è difficile ma richiede di sapersi muovere in ambiente, la seconda metà presenta invece i tiri più impegnativi a livello tecnico (schiena di mulo, diedro nero) e anche molto belli.
Finita la via decidiamo di calarci velocemente lungo la via a spit "Carosello" che termina nello stesso punto dello Spigolo, così avanza qualche ora di luce per cercare le scarpe perdute.
Cippo mi presta le sue e da eroe torna in tenda con le scarpette d'arrampicata. Io nel mentre aggiro tutta la montagna a velocità della luce con tanto di calata in doppia. Incredibile ma vero riesco a ritrovare le scarpe, finite tra la neve e la roccia sotto parete e a tornare alla tenda che sta facendo buio, giusto in tempo per la cena! Crederci, sempre:)
L'indomani il meteo dovrebbe essere buono ma ci svegliamo che già pioviggina, ulteriore conferma che è stato un bene non andare sulla Cassin al Badile.
Facciamo su le nostre cose e scendiamo verso valle, lasciando un pezzo di cuore fra questi prati e queste rocce.